MUDANSHA: KYU
YUDANSHA: Detti anche gradi del Guerriero fino a 4° dan. In questo livello il 4° dan corrisponde ad HA (libertà della forma)
KODANSHA: Gradi assegnati ai maestri
- 5° dan – Godan – RENSHI
- 6° dan – Rokudan – RENSHI – da un minimo di 35 anni
- 7° dan – Shichidan – KYOSHI – da un minimo di 42 anni
- 8° dan – Hachidan – KYOSHI – da un minimo di 50 anni
- 9° dan – Kudan – HANSHI – da un minimo di 60 anni
- 10° dan – Judan – HANSHI – da un minimo di 70 anni
In questo livello il 5° e il 6° dan sono Kokoro (livello della conoscienza) mentre dal 7° al 10° dan sono Iro Kokoro (livello della saggezza)
Purtroppo questa divisione è puramente teorica. Nella corsa ai dan succede di tutto, come se si fosse innescato un meccanismo inverso e contorto.
Ci sono troppe realtà dove la ricerca continua di miglioramento e di comprensione della disciplina è sostituita dalla scalata al numero più alto del dan.
Ragazzini di 15 anni che fanno esami per 4° dan, salti e rimbalzi di praticanti da una federazione all’altra alla ricerca del dan.
Purtroppo per chi sceglie questa strada, c’è sempre meno proporzionalità, meno rispondenza tra il grado acquisito e l’aspetto tecnico.
Il 5° e 6° dan rappresentano il livello della conoscenza. Non si può avere conoscenza se si pensa all’ascesa al dan perché è questa futile motivazione che appiattisce la progressione nel sapere.
Quando si entra nel livello della saggezza da 7° dan in poi, allora la situazione precipita.
Come si può trasmettere saggezza quando coscienti dei propri limiti legati ad uno studio ed un impegno sempre più scarso, si cercano continui espedienti per acquisire titoli. Tanti troppi maestri associano con grande enfasi il termine Kyoshi al loro dan. Spesso oltre a non meritarlo, non ne conoscono neanche il significato. Credono che questo serva a riempire le palestre. Forse inizialmente può essere motivante per il neofita e il disinformato ma il fumo non si può vendere in eterno.
Il karate è una scienza perfetta che si evolve attraverso schemi perfetti che rispondono alle leggi dell’universo. Chi dedica un grande impegno allo studio del karate si rende conto perfettamente che per oltrepassare l’aspetto meramente fisico della pratica deve intraprendere un cammino diverso, proteso a vivere le sensazioni generate dal movimento tecnico.
Difficilmente chi è orientato a rincorrere i numeri può comprendere ciò che solo l’amore per la disciplina è in grado di dare. Per chi invece ha capito e indossa la cintura senza preoccuparsi del numero a cui il colore nero è associato, non avrà nessuna difficoltà ad accrescere la sua conoscenza su aspetti che vanno oltre il calcio e il pugno.
In ambito Yudansha, cioè i gradi fino al 4° dan dovrebbe prevalere il buon senso da parte dei maestri. Alcuni di questi pensano che per tenersi gli allievi in palestra sia sufficiente regalare dan a destra e a manca. Invece di spendere tempo a far capire al ragazzino il senso della pratica e il valore effimero del dan quando non si avverte la responsabilità di averlo, sono impegnati a insegnare programmi e kata complessi che difficilmente vengono metabolizzati.
Il risultato di questa preparazione sarà piatto, approssimato. Si assisterà ad un gesto tecnico definito manabu (imparato imitando). E’ come tentare di far capire l’algebra ad un ragazzo che non ha mai studiato la matematica. Il buon senso a cui mi riferivo dovrebbe far a capire che il livello tecnico di un ragazzino di 15 o 16 anni anche se bravo è una cosa, e avere la maturità per HA (libertà della forma) è tutt’altra cosa.
Da un punto di vista tecnico ci sono atleti di 16 anni che se sottoposti ad un esame di 5° dan sono sicuramente promossi ma questo non significa che sono 5° dan. Si assiste solo ad un corretto gesto tecnico ma non alla sua interiorizzazione.
Quando si ama il karate esistono due qualità principali: pazienza e umiltà.
L’impegno dei maestri deve essere orientato a far acquisire queste qualità. Solo raggiungendo tale obiettivo si va verso una pratica seria, dove l’allievo sarà poco impegnato a farsi domande del tipo quando faccio l’esame ma avrà sete di imparare approfondire e conoscere. Questo è un traguardo per pochi eletti come sono eletti i maestri che ci riescono.